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Salute Mentale: no all’arretramento sui trattamenti

La Campagna Salute Mentale insieme ad altre organizzazioni ha scritto al Ministro della Salute e alla Ministra per la Disabilità in merito al Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo, che verrà votato nel Consiglio di Europa dall’1 al 4 giugno 2021.

La Campagna Salute Mentale, che ha tra i suoi membri anche la Casa della Carità, insieme ad altre organizzazioni che in Lombardia si occupano di salute mentale in rappresentanza di operatori, familiari e persone che soffrono di disagio mentale, ha scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza e alla Ministra per la Disabilità Erika Stefani.

Con questa lettera, le organizzazioni firmatarie esprimono la loro forte preoccupazione e il loro deciso dissenso in merito al testo del Protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo, la cui bozza finale sarà sottoposta al voto del Comitato di bioetica istituito presso il Consiglio d’Europa (DH-BIO Committee), proprio in questi giorni, dall’1 al 4 giugno.

I MOTIVI DI PREOCCUPAZIONE

Il testo reintroduce l’internamento, come avveniva in era manicomiale e rilancia l’idea della pericolosità sociale della persona affetta da patologia psichiatrica.

Infatti:

  • introduce e legittima il trattamento obbligatorio associandolo ad una azione di internamento e non a condizioni di necessità di cura, e quindi, di degenza, come previsto dalla nostra legge 180/1978 confluita nella L. 833/1978;
  • contrariamente alla nostra legislazione, la durata del trattamento involontario è indefinita, può variare e non viene stabilito alcun limite massimo. Nel procedimento di applicazione del trattamento previsto dal nuovo Protocollo, prevarranno inoltre ragioni di ordine pubblico e di controllo sociale;
  • stabilisce una regolamentazione delle pratiche di contenzione ed isolamento e, di fatto, ammette e legittima tali pratiche, senza alcun richiamo all’obiettivo della riduzione delle stesse fino all’eliminazione di queste pratiche. Si rammenta in proposito che nel 2019 il Parlamento Europeo aveva adottato all’unanimità una risoluzione su come porre fine alla coercizione nell’ambito salute mentale;
  • si pone in contrasto con gli obblighi derivanti all’Italia con la legge di ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità.

«Ci auguriamo che l’Italia in sede europea non solo non approvi il testo del Protocollo, ma anzi si faccia portavoce di una cultura che tuteli la dignità e i diritti delle persone con problemi di salute mentale e con disabilità», è l’appello dei promotori.

I PROMOTORI

  • Campagna Salute Mentale
  • U.R.A.Sa.M Lombardia
  • R.U.L. (Rete Utenti Lombardia)
  • Cgil Lombardia
  • Forum Terzo Settore Lombardia
  • Alleanza Cooperative Italiane – Welfare Lombardia
  • Francesco Maisto – Garante dei Diritti delle Persone Private della Libertà del Comune di Milano

[L’immagine di apertura è di Marcel Strauß su Unsplash]


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