Storie

FAIZA E IL SOGNO DEL CALCIO

Faiza è una giovane donna molto intraprendente e ha lasciato il Marocco con un sogno nel cassetto: diventare allenatrice di calcio.

Faiza, 37 anni, è una giovane donna molto intraprendente. Non le piace stare con le mani in mano e da quando è arrivata alla Casa della Carità, sta facendo di tutto per il suo percorso di inclusione.

La storia di Faiza comincia in Marocco dove, dice, è cresciuta giocando a calcio per le strade della sua città: «Diventare calciatrice era il mio sogno fin da bambina». Un sogno che si è realizzato, perché per diversi anni Faiza è stata una calciatrice professionista, giocando anche nella nazionale femminile marocchina, oltre che allenatrice di calcio per bambini.

Dal Marocco alla Spagna all’Italia

Finita la sua carriera, Faiza decide di lasciare il Marocco e trasferirsi in Spagna, dove aveva degli amici. «Quando sono partita non avevo pensato di venire in Italia, anche se è un paese bellissimo, il paese dell’amore, della cultura e di tante cose belle. Ma in Spagna non sono riuscita a trovare un lavoro stabile e così ho deciso di partire nuovamente e venire a Milano», racconta.

Il primo impatto con Milano, però, non è stato facile: «Non sapevo nulla di italiano, ero sotto zero, sapevo solo dire “ciao”». E, per sentirsi meno spaesata e sola, cercava di stare con i connazionali che abitano in città.

I suoi amici l’hanno aiutata come potevano, ma a un certo nessuno poteva più ospitarla. È stato allora che una sua amica le ha parlato della Casa della Carità. Faiza si è fatta coraggio e ha preso un appuntamento con il Centro di Ascolto della Fondazione, dove la prima persona che ha conosciuto è stato Gabriele Liaci, uno degli assistenti sociali della Casa.

Gabriele ha ascoltato la sua storia e l’ha subito rassicurata dicendo di volerla aiutare e che c’era sicuramente una soluzione per lei e i suoi problemi. Dopo un ulteriore colloquio con Peppe Monetti, responsabile dello Sportello di tutela e consulenza legale della Casa, Faiza è stata accolta in via Brambilla.

Un bel percorso di inclusione

Avendo ancora grandi difficoltà con la lingua, Faiza ha iniziato subito a frequentare le lezioni di italiano per stranieri tenute dai volontari della Casa e poi ha proseguito con il corso del CPIA – Centro Provinciale Istruzione Adulti.

Educatrici ed educatori hanno anche aiutato Faiza a trovare un lavoro che le permettesse, piano piano, di arrivare all’autonomia. Per mesi ha trovato solo lavoretti saltuari. Poi un giorno Vanessa Caputo, responsabile di uno dei servizi di accoglienza per adulti, le ha fatto una proposta: «C’è una signora che frequenta il nostro centro diurno per anziani, una delle nostre nonne, che avrebbe bisogno di un aiuto a casa per fare le pulizie e avere un po’ di compagnia. Ti piacerebbe?». Faiza non se l’è fatto ripetere due volte e ha accettato subito.

Come si diceva, però, Faiza è molto intraprendente. Così, nelle ore in cui non sta a casa della signora, continua a frequentare la Scuola di italiano e ha iniziato un corso per diventare magazziniera.

Faiza non dimentica il suo sogno

E Faiza non si è dimenticata della sua grande passione: il calcio. Per un po’ ha infatti allenato i bambini alla scuola calcio del Real Crescenzago, che ha i suoi campi proprio di fronte alla sede della Casa della Carità. Gli impegni, però, iniziavano a diventare troppi anche per lei e così si è presa una pausa da questa attività: «Allenare i bambini è il mio sogno. Ma non voglio fare troppe cose, perché poi so che mi stancherei, rischiando di mollare tutto. Preferisco mettere prima ordine nella mia vita e poi ricominciare a inseguire il mio sogno». Intanto, continua ad allenarsi una volta alla settimana in una società sportiva milanese, dove l’ha coinvolta l’educatrice della Casa Marta Boniardi.

È stata Faiza stessa a proporci di ascoltare la sua storia perché, ha detto, vuole ricambiare, anche in minima parte, tutto l’aiuto e il supporto ricevuto: «All’inizio non pensavo di venire in Italia. Volevo andare in Spagna, dove ho tanti amici, o in Germania. Ma mi sono affidata a Dio. E lui ha deciso di farmi arrivare qui, alla Casa della Carità. Ora penso che Dio abbia fatto bene a farmi venire qui, dove le persone aiutano davvero altre persone in difficoltà. Quando uno straniero lascia il proprio Paese e arriva in Italia, senza sapere la lingua e senza il supporto di una famiglia, è davvero difficile. Ma questa Casa è piena di persone che aiutano e sarò loro per sempre grata… Anche se qui sono tutti interisti e io sono juventina!».

Approfondisci

Scopri di più sull’accoglienza delle donne alla Casa della Carità. Leggi l’intervista a Vanessa Caputo.

[In apertura: la nazionale di calcio del Marocco. Faiza non è presente nella foto]


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