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CHI SI PRENDE CURA DEGLI ANZIANI ALLA CASA

Due volte alla settimana gli anziani del quartiere Adriano trascorrono la giornata alla Casa della Carità. Ce ne parla Doudou Khouma, che da sempre si prende cura di loro.

Secondo l’ATS di Milano, dei 190mila anziani over 75 censiti in città circa 80mila vivono da soli. Di questi, oltre 4mila sono ad alto rischio, perché vivono in condizioni di deprivazione o marginalità sociale o presentano malattie croniche.

Fin dai primissimi anni dalla sua apertura, la Casa della Carità, attraverso il progetto Casa Anziani, accoglie un gruppo di anziani soli, principalmente residenti sul territorio del Municipio 2 di Milano. Per tutti sono i “nonni” della Casa della Carità e due volte alla settimana trascorrono la giornata in via Brambilla.

Gli anziani alla Casa: un’accoglienza che cambia

Da sempre, a coordinare l’équipe di operatori e volontari che si prende cura degli anziani della Casa c’è Doudou Khouma, che racconta come è cambiata negli anni questa accoglienza: «Negli ultimi anni il gruppo ospita sempre più persone con diversi problemi fisici. Prima, gli anziani erano più autonomi, riuscivano a muoversi da soli e partecipavano anche ad attività extra della Casa, come le messe di don Virginio o altri incontri che potevano essere interessanti per loro. Ora invece, diverse persone non riescono nemmeno ad andare in bagno da sole e bisogna avere gli occhi un po’ dappertutto».

A volte queste persone hanno già una piccola rete familiare o amicale intorno a loro, ma in molti casi non è sufficiente, perché hanno problemi di molteplice natura: di salute, economici e di gestione del tempo.

Nonostante alcune fatiche, parlando con Doudou si capisce subito che ama il suo lavoro: «I nonni della Casa sono una gioia immensa e ci danno tanto. C’è un filo che ci lega».

Doudou ha anche visto molte persone andarsene e ogni volta il dispiacere è enorme, perché la relazione che si era creata era di onesta amicizia. Doudou si dispiace soprattutto quando i rapporti che si erano creati anche con la famiglia dell’anziano si interrompono con la morte di quest’ultimo.

Capita poi che altri anziani del gruppo si trasferiscano in una casa di riposo o vicino alle abitazioni dei familiari: in questi casi non è raro che i nonni mantengano i rapporti con la Casa della Carità e i suoi operatori, anche semplicemente con una chiamata ogni tanto o un messaggio di auguri durante le feste.

Relazioni frutto di fiducia reciproca

Queste belle relazioni sono frutto di un grande lavoro sulla fiducia reciproca: «Quando un anziano arriva qui la prima volta, è come l’inserimento dei bambini all’asilo nido: alcuni sono diffidenti, resistono solo mezz’ora il primo giorno, ma poi piano piano si aprono e si divertono con noi; altri invece appena vedono loro coetanei, mandano via i figli perché non vedono l’ora di relazionarsi con loro», spiega Doudou.

Nel gruppo ci sono anche anziani stranieri e a volte la barriera linguistica crea qualche problema, ma questo non spaventa gli operatori e i volontari, che cercano sempre di coinvolgerli con altre attività.

Doudou ha sempre il sorriso sulle labbra e il tempo di scherzare con i nonni. Quando gli chiediamo perché per lui è importante il lavoro che fa, risponde: «Io sono cresciuto in Senegal e lì si dice che gli anziani “hanno bevuto in cento pozzi”, cioè rappresentano la saggezza.

Ma troppo spesso in Italia gli anziani vengono quasi abbandonati a sé stessi ed è come se tutta questa saggezza venisse messa da parte, sprecata. Noi cerchiamo di tenere la loro mente attiva, parliamo di cosa succede nel mondo, ma soprattutto siamo pronti ad ascoltarli e imparare da loro».

Sempre più anziani che frequentano la Casa hanno problemi fisici. Se prima raggiungevano via Brambilla in autonomia, oggi bisogna andare a prenderli quasi tutti. Un’attività che richiede diversi mezzi di trasporto.

La Casa della Carità dispone di un pullmino, ma non può più essere usato, perché le nuove regole sulla mobilità della città di Milano non permettono ai mezzi a diesel di circolare.

Aiutaci ad acquistare un nuovo mezzo per andare a prendere i nostri nonni e non lasciarli soli!

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