Marta Medici Munari era stata una delle “fondatrici” del guardaroba della Casa. Ci ha lasciati il 24 dicembre 2025.
Il 24 dicembre 2025 ci ha lasciato Marta Medici Munari, storica volontaria della Casa della Carità. Insieme ad altre due volontarie, Angiolina Fornari e Liliana Succi, che se ne sono andate negli ultimi anni, era stata una delle “fondatrici” del servizio guardaroba.
Condividiamo il ricordo di Fiorenzo De Molli, responsabile del settore “Andare Verso”.
Tre donne diverse, che sembravano una cosa sola
Erano tre donne molto diverse fra loro, che assieme, quando accoglievano le persone alle docce, sembravano “una cosa sola”. Non voglio fare ovviamente paragoni irreverenti e dissacranti con la Santissima Trinità, che nel Catechismo dei miei tempi ci insegnavano essere “uno solo in tre persone uguali e distinte”, ma devo dire che in effetti Marta, Liliana e Angiolina, agivano come un unico” corpus” pur essendo fra loro diversissime.
Arrivare alle docce ai primi tempi significava vedere in prima linea Liliana e Angiolina, e dietro di loro, Marta che era la più alta e dava un senso di protezione alle altre due. Se Liliana con la sua memoria fotografica riconosceva e accoglieva con delicatezza le persone, Angiolina con la sua ruvida generosità serviva gli ospiti e “suggeriva” i capi di abbigliamento da prendere; Marta era la donna d’azione concreta e sempre pronta. Dal suo operare traspariva la formazione “scoutistica” che l’aveva forgiata: sempre pronti a servire senza fronzoli e parole inutili.
Non ricordo da parte di Marta grandi interazioni con gli ospiti che venivano alle docce eppure la sua presenza non era solo fattiva: mi dava l’idea di dare forza, sicurezza e autorevolezza al trio nel rapporto con gli avventori. Non era facile per tre donne molto motivate, ma in età da pensione, tenere testa a uomini senza dimora con qualche problema con l’alcol e neppure a cittadini stranieri per i quali la donna dovrebbe solo eseguire ordini. Il trio riusciva quasi sempre a imporsi senza aiuti esterni di altri operatori.
Quante ore ha trascorso Marta a sistemare il guardaroba, sentendosi la Penelope diurna, e quante volte veniva a farmi presente che tutta la sua fatica era vanificata dagli educatori che, incarnando la Penelope notturna, entravano nei fine settimana e certamente, facevano bene a prendere gli indumenti, ma mettevano in disordine tutto l’ambiente… Aveva ben presente che il guardaroba era a servizio delle persone della Casa e anche delle persone in difficoltà che a volte arrivavano alla Casa in condizioni pietose, ma era inconcepibile per lei che non si fosse in grado di lasciare in ordine il guardaroba. In questi frangenti Marta era molto diretta nel far presente quel che non funzionava, salvo poi riprendere con dedizione il lavoro e sistemare di nuovo il guardaroba.
È stata una volontaria molto appassionata che in nome del suo attaccamento alla Casa, con molta franchezza non esitava a dirmi il suo punto di vista sulle docce, sul guardaroba, sull’ andamento della Casa, sui volontari e sugli operatori. A volte mi cercava per poter condividere il suo vissuto e confrontarsi.
Poi gli anni inesorabili scivolano via e anche Marta ha dovuto lasciare il servizio “D&G”, Docce e Guardaroba, e come per tutti coloro che hanno dato un pezzo di vita alla Casa, sentendola qualche volta al telefono (mi chiamava lei) percepivo la sua vicinanza e partecipazione come se non fosse mai andata via.
Per chi è stato Scout, “la partenza” è un momento cruciale del proprio percorso personale e Marta oggi ha dato compimento alla “sua Ultima Partenza” che la porta fra le braccia del Risorto. Certo, crediamo, nella fede, che si ricongiunga a tutte le persone che ha amato, ma sono convinto che tutti ci stiamo chiedendo che succederà e cosa combineranno insieme quando ritroverà l’Angiolina e la Liliana.
[Nella foto di apertura: Marta mostra il guardaroba a Laura Boldrini, allora presidente della Camera, in visita alla Casa]