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Il Ministro della Salute Schillaci alla Casa

Il ministro Orazio Schillaci ha fatto visita alla Casa della Carità, dove don Colmegna, don Selmi insieme a operatrici e operatori della Casa gli hanno parlato del progetto Arcturus.

Nel pomeriggio di lunedì 23 giugno, il Ministro della Salute Orazio Schillaci – accompagnato dal direttore generale al Welfare di Regione Lombardia Mario Melazzini, dal direttore generale di ATS Milano Città Metropolitana, Walter Bergamaschi e dalla direttrice socio-sanitaria di ATS Milano Città Metropolitana, Federica Rolli – ha fatto visita alla Casa della Carità.

Durante la visita, al ministro è stato illustrato il senso del Progetto Arcturus – Struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano“, attuato tra il 2022 e il 2024 su mandato di Regione Lombardia ATS Milano Città Metropolitana, da una partnership di 10 enti del Terzo settore milanese, con capofila la Fondazione Casa della Carità, con l’obiettivo di occuparsi della salute e dell’inclusione sociale delle persone in assoluto più fragili e vulnerabili, quelle cioè che non accedono ai servizi sociali e di salute.

Al termine del confronto, il ministro Schillaci ha espresso il vivo apprezzamento per il progetto Artcurus, che «rappresenta un modello di positiva collaborazione tra le strutture del Servizio Sanitario Nazionale e il volontariato attivo sul territorio». «La Casa della Carità – ha detto – è la dimostrazione che l’impegno congiunto tra istituzioni e realtà sociali può contribuire ad affrontare con maggiore efficacia le situazioni più critiche della fragilità e dell’emarginazione»   

«Arcturus è nato – ha dichiarato don Virginio Colmegna, presidente onorario della Fondazione Casa della Carità – sul principio cardine dell’ascolto attivo della persona fragile e vulnerabile, con la quale bisogna costruire percorsi personalizzati e non standardizzati. Il progetto si è fondato anche su alcuni elementi innovativi come l’impiego di équipe multiprofessionali integrate e la co-programmazione tra enti pubblici e del Terzo settore. Il lavoro fatto dimostra che mettere la relazione e la prossimità al centro del welfare produce salute, fiducia e coesione sociale».

«I risultati raggiunti da Arcturus – ha dichiarato don Paolo Selmi, presidente della Fondazione Casa della Carità – dimostrano che è possibile costruire un welfare di prossimità efficace, inclusivo e sostenibile. Ora è il momento di consolidare questo modello, estenderlo ad altri enti del Terzo settore e integrarlo stabilmente nella programmazione territoriale. Per farlo, servono scelte lungimiranti e una continuità politica e finanziaria che rendano strutturale questo approccio, a beneficio delle persone più fragili e dell’intera comunità».

Visita Schillaci 3

Arcuturus – il modello

Arcturus ha operato secondo un modello sperimentale, fondato su quattro pilastri operativi:

  • le cure primarie
  • i servizi di prossimità
  • il punto unico di accesso (PUA)
  • i centri diurni

Altri elementi innovativi sono stati la collaborazione strutturata tra operatori sociosanitari, pubblici e privati, e la costruzione di percorsi personalizzati di cura. L’obiettivo era dare una risposta a una fetta della popolazione esclusa dal Servizio Sanitario Nazionale per barriere burocratiche, sociali o culturali.

Arcturus – i numeri


Nei due anni di sperimentazione sono stati erogati circa 78 mila percorsi cosiddetti “leggeri”, come accessi a servizi di base e supporto sociale. A questi, si aggiungono poco più di 14 mila percorsi cosiddetti “complessi”, dove la presa in carico è stata più articolata avendo coinvolto équipe multidisciplinari e accompagnato le persone in percorsi di salute e autonomia.

La maggior parte delle persone prese in carico è rappresentata da uomini (67%), seguiti da donne (30%) e da persone transgender (3%); la fascia d’età prevalente è quella compresa tra i 18 e i 49 anni (66,7%), mentre sul piano della provenienza geografica emerge una significativa presenza di individui originari dell’Africa nord-sahariana, che costituiscono il 43,1% dell’utenza complessiva.

Arcturus, oggetto di monitoraggio di università e centri di ricerca, ha dimostrato che è possibile ridurre gli accessi impropri al Pronto soccorso, oltre a migliorare la salute percepita delle persone più fragili (nel 64% dei casi). In un’ottica di integrazione tra sociale e sanitario, le attività hanno incluso l’erogazione di:

  • cure primarie continuative e di prevenzione primaria e secondaria
  • supporto psicologico
  • distribuzione farmaci
  • accoglienza
  • laboratori e attività educative

Uno degli aspetti innovativi del progetto è stata l’introduzione controllata della possibilità di rilasciare il codice STP e di utilizzare ricettari del SSN, garantendo accessi tempestivi e riducendo il sovraccarico dei servizi d’emergenza.

L’ente titolare di “Progetto Arcturus – Sperimentazione di Struttura di prossimità per la grave marginalità a Milano” è Regione Lombardia attraverso ATS Milano Città Metropolitana, con fondi del Ministero della Salute (Legge 77/2020, art. 1, comma 4-bis).

Gli enti attuatori del progetto sono: 

  • Fondazione Casa della Carità, soggetto ideatore capofila; 
  • Fondazione Caritas Ambrosiana, Associazione San Fedele e Cooperativa Farsi Prossimo, enti soci ideatori; 
  • Fondazione Progetto Arca, Opera San Francesco, Croce Rossa Italiana Comitato di Milano, Consorzio SIR, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Medici volontari italiani, enti soci partner del tavolo di co-progettazione.


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