Incontri

La pace come metodo. Rivedi l’incontro

Rivedi l’incontro “Uscire dal sistema di guerra: la pace come metodo”, un dialogo tra don Virginio Colmegna, Roberto Mancini Rosa Siciliano

Il 20 aprile 2022, a due mesi dall’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo proposto un incontro online dal titolo “Uscire dal sistema di guerra: la pace come metodo“, che ha visto confrontarsi Rosa Siciliano, direttrice del mensile Mosaico di Pace, Roberto Mancini, docente di Filosofia Teoretica presso l’Università di Macerata, e don Virginio Colmegna.

A tre anni di distanza, riproponiamo questo video perché pensiamo che il dialogo emerso resti ancora attuale, sia per i contenuti che per la profondità delle relazioni che si sono intrecciate. Quello che ne emerge è un invito a pensare la pace non come un sogno ingenuo, ma come metodo concreto di trasformazione personale e collettiva.

A introdurre e moderare l’incontro è stata Rosa Siciliano, che ha messo subito a fuoco il punto centrale: la guerra non è solo un evento bellico, ma un sistema culturale, politico ed economico che pervade anche il nostro linguaggio, i nostri media, la nostra quotidianità. Siciliano ha ricordato la figura di don Tonino Bello – l’incontro si è tenuto proprio nell’anniversario della sua morte – e la sua testimonianza di nonviolenza attiva come esempio vivo di come si possa stare accanto ai popoli senza cedere alla logica della forza.

Don Virginio Colmegna ha parlato dell’umanità nascosta che, anche nelle situazioni più drammatiche, continua a generare gesti di cura, di ospitalità, di vicinanza. Ha invitato a non lasciarsi travolgere dalle narrazioni dominanti, che spesso rendono la guerra un fatto “normale”, e a coltivare invece un linguaggio nuovo: quello della tenerezza, dell’incontro, dell’attenzione. Per Colmegna, è proprio nei luoghi marginali, tra le persone fragili, che possiamo intravedere segni autentici di pace. E ha rilanciato una domanda che ancora ci interroga: “Dio, dove sei?”, una domanda che nasce dallo smarrimento, ma che può aprire alla speranza se ci spinge a cambiare il nostro sguardo sul mondo.

Roberto Mancini, filosofo e autore di saggi sulla nonviolenza e sulla giustizia, ha posto l’accento sulla necessità di superare l’idea della guerra “giusta”. Secondo lui, l’umanità è intrappolata in un dispositivo autodistruttivo, in cui la guerra è vista come naturale, inevitabile, perfino necessaria. Ma è proprio questa mentalità che occorre cambiare. Mancini ha parlato della pace come relazione viva, come riconoscimento dell’altro, come possibilità di affrontare i conflitti senza l’obiettivo di annientare, ma di costruire. Ha proposto una vera e propria “conversione di civiltà”, capace di sostituire la logica del potere con quella della cura e del servizio. Proteggere un popolo non significa armarlo, ha detto, ma creare le condizioni per il dialogo, per la trattativa, per una sicurezza che non passi più dalle armi.

Questo appuntamento ha fatto seguito a quello dello 22 marzo 2022 dal titolo Pace: un bene da custodire con cura, che ha visto dialogare don Colmegna con Luigino Bruni, economista e accademico, docente Università di Roma LUMSA, con spunti e sollecitazioni di Elena Granata, docente del Politecnico di Milano, vicepresidente della Scuola di Economia Civile e membro del Comitato Scientifico del Centro Studi SOUQ.


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