“Arrediamo il sabato” è un’iniziativa promossa da volontarie e volontari della Casa, che hanno creato uno spazio di socialità per gli ospiti della Fondazione il sabato mattina
Ad aspettarli, puntualissima, all’ingresso della Casa è Silvania, che appena li vede arrivare domanda impaziente “Siete arrivati?”.
Loro sono le volontarie e i volontari che animano il sabato mattina della Casa della Carità, con l’iniziativa “Arrediamo il sabato”.
Con qualche interruzione per salutare chi man mano arrivava nella sala delle attività diurne, abbiamo incontrato Raffaella Vitali, Daniele Riccardi insieme a Filippo Oxoli, che ci hanno raccontato questa iniziativa.
Un sabato diverso, tra caffè, giochi, canti e danze
«Questa attività è nata quattro anni fa insieme a Delia De Paola, la referente, per rispondere all’esigenza di creare uno spazio di socialità il sabato mattina, quando la Casa è un po’ assonnata, per dare la possibilità agli ospiti che non hanno niente da fare di venire qui, stare insieme, creare una relazione e non trovarsi da soli a guardare la televisione», esordiscono Raffaella e Daniele.
L’appuntamento è alle 10.30 e si comincia bevendo il caffè o un succo di frutta e mangiando dolci o spuntini salati, portati da volontarie e volontari. Dopodiché, a seconda dei momenti, delle situazioni, delle persone presenti si fanno varie attività che possono essere: giochi, laboratori di bijoux, disegni, ma c’è anche chi ha dipinto su tela: «Al gruppo, nel tempo, si è aggiunta Silvia e in seguito anche Filippo e Daniele, che con le loro chitarre ci accompagnano mentre cantiamo canzoni di ieri e di oggi in italiano, spagnolo e a volte inglese», dice Raffaella.
«Sperimentiamo come la musica può favorire il superamento di ogni barriera. Abbiamo anche introdotto le danze popolari, ma qui il difficile è riuscire a trovare una danza che piaccia a tutti, così ciascuno, a seconda del suo paese d’origine, ne può proporre una», conferma Daniele.
Quando possibile, si vorrebbero organizzare momenti fuori dalla Casa della Carità, anche per spingere gli ospiti a scoprire che cosa c’è all’esterno: «Se una persona manca al sabato mattina, ma so che ha iniziato un’attività al di fuori della Casa, io sono contento», dice in proposito Daniele.
Idee per il futuro
La fantasia delle volontarie e dei volontari non manca e così le idee per il futuro sono tante, da piccole mostre dei disegni realizzati dagli ospiti alla cucina: «Io ho una fissa col cibo, perché credo sia un linguaggio universale e vedo che spesso i discorsi che facciamo con gli ospiti si riferiscono a cosa mangiate voi in quell’occasione o cosa mangiamo noi. Inoltre, parlando di cibo, emergono tutti i ricordi legati al proprio paese e vedo che il non poter cucinare, visto che mangiano in mensa, è per loro una sofferenza. Per questo, vorremmo poter sfruttare la piccola cucina che c’è nella sala e una volta cucinare e mangiare qui tutti insieme i loro piatti», racconta Raffaella.
Daniele invece sta raccogliendo e stampando le foto che vengono fatte durante ogni incontro: «Ci piacerebbe che ciascun ospite ne scegliesse 5 o 6, in modo da creare poi per ciascuno il ricordo di un anno passato insieme e di una relazione».
Relazioni che restano
La proposta di Arrediamo il sabato non serve solo a offrire dei momenti di socialità alle persone ospiti, ma anche per creare relazioni: «A noi piacerebbe che l’ospite venisse qui non solo perché c’è il bar, ma per incontrare me, per incontrare te, per incontrare lei. Penso alla volta in cui sono venuti tutti all’evento sui Pink Floyd che era stato organizzato alla Casa, perché noi gli abbiamo detto, “andiamo insieme”. Ecco, io penso che siano venuti soprattutto perché ci tenevano a scoprire una cosa nuova tutti insieme», spiega Daniele.
«Che questo sia uno spazio di relazione importante – racconta ancora Raffaella – lo testimonia una manifestazione di affetto da parte di Gabriela, mamma del piccolo Francesco, che un giorno comunicandoci emozionata che se ne sarebbero andati dall’Italia, ci ha confidato che cosa ha significato per lei aspettare il sabato, un momento in cui lasciava andare tutti i pensieri e le preoccupazioni, cercando di divertirsi e sentendosi accolta».