Storie

Fulvio, che voleva una Casa bella e accogliente

La Casa della Carità, con le parole di Fiorenzo De Molli, ricorda Fulvio Zanni, per quasi 10 anni appassionato volontario della Fondazione.

Il 30 luglio 2025 è mancato Fulvio Zanni, che per oltre 10 anni è stato un appassionato volontario della Casa della Carità.

Lo ricordiamo con le parole di Fiorenzo de Molli, responsabile del settore Andare Verso.

Casa della Carità era ancora un cantiere aperto. Chiunque fosse entrato a visitare il cantiere avrebbe incontrato nel bel mezzo del cantiere, un signore con la barba bianca ben curata che faceva da cornice a un volto sereno, con uno sguardo accogliente. Era Fulvio (Zanni, ndr), da poco in pensione che a titolo volontario era stato chiamato a essere “responsabile” della preparazione di Casa della Carità.

Penso che ogni impianto, ogni porta, ogni finestra, ogni camera, ogni ufficio, sia stato posizionato sotto la sua attenta supervisione. Logistica, manutenzione, funzionamento degli impianti, attrezzature, acquisti dei materiali sono stati affidati a lui.

Non saprei che tipo di impegno in termini di giorni e ore fossero stati chiesti a Fulvio, so che per quasi 10 anni Fulvio ha speso tantissimi giorni e montagne di ore a servizio della Casa. “Non funziona il riscaldamento”: ci si guardava in faccia e veniva spontaneo dire “Fulvio” e se non era ancora in Casa arrivava di corsa. “Dobbiamo attrezzare l’auditorium con le brandine per i profughi”: ci si guardava in faccia e veniva spontaneo dire “Fulvio” e lui arrivava.

Fulvio Zanni

Era un uomo riservato, Fulvio, e infatti in tutti questi anni sono poche le foto che lo ritraggono all’interno della Casa. Competente, appassionato, amante dell’ordine e dell’efficienza, rispettoso e tutto d’un pezzo, nel suo stile traspariva il suo passato da scout: l’essenziale, il fare del proprio meglio e tutta la legge scout era incarnata nel suo stile senza giri di parole.

Ci teneva molto che la Casa fosse bella e funzionante. Era curioso vederlo quando qualcosa non funzionava o era stato rotto oppure vedeva l’incuria, ti chiamava e ti spiegava che era inconcepibile da parte di qualsiasi persona, ospite e operatore che fosse, una tale disattenzione. Lo guardavi e prima di iniziare qualsiasi tentativo di giustificazione, vedevi il suo sguardo indispettito trasformarsi e spuntava fra la barba un sorriso decisamente buono di chi aveva capito la situazione.

Certo Fulvio era l’uomo delle strutture, ma era ben chiaro a tutti che lo scopo di tutta la sua attività era avere una struttura bella e accogliente a “servizio delle persone”. Tutto il suo lavoro, il suo impegno avevano come centro “il benessere della persona”. Infatti appena Maria Luisa, sua moglie era andata in pensione l’aveva coinvolta nell’attività di volontariato in Casa della Carità, e quando la Casa aveva accolto durante la primavera araba un folto gruppo di ragazzi stranieri minori non accompagnati, Fulvio e Maria Luisa non esitarono ad aprire la propria casa per accogliere uno di loro.

Oggi Fulvio ha compiuto il Grande Passo e sicuramente ha trovato la sua Maria Luisa ad accoglierlo e insieme, andando incontro al Risorto, si accorgeranno di quanto sia vero il brano del Vangelo di Matteo che inizia dicendo “Avevo fame e tu…” (Mt 25, 31. 45). Guardando il volto di Gesù, si accorgeranno che nei suoi lineamenti si rispecchiano i tanti volti delle persone cui si sono dedicati e che hanno servito con dedizione.


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