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Ospitalità residenziale

Progetto di accoglienza per persone gravemente emarginate: “E ti vengo a cercare”

“E ti vengo a cercare” è un progetto pensato durante la pandemia per accogliere persone gravemente emarginate, realizzato grazie al contributo di Unicredit.

Il progetto “E ti vengo a cercare” nasce da un’idea di fondo che accompagna da sempre il cammino della Casa della Carità e che si è dimostrata essere ancor più valida in tempo di pandemia: è importante occuparsi delle persone più emarginate, perché quello che si comprende con questa specifica attenzione getta le basi per una nuova visione della cura territoriale e per un autentico progetto di salute e benessere, che si rivolga con efficacia a tutti i cittadini e non solo ai più svantaggiati.

Capire attraverso i più deboli significa, infatti, avere strumenti per promuovere innovazione e risparmio sociale per tutti.

E ti vengo a cercare: un progetto di accoglienza per persone gravemente emarginate

Con “E ti vengo a cercare”, la Casa della Carità punta a essere un luogo pensante, che fa advocacy con l’obiettivo di influenzare le politiche pubbliche. Soprattutto sulla questione sempre più rilevante delle persone straniere con gravi patologie psichiatriche, che non riescono ad accedere ai percorsi di cura “classici” nelle comunità terapeutiche già esistenti.

Tre sono i pilastri di questo progetto, che si inserisce nel solco delle progettualità innovative promosse dalla Casa della Carità con “Regaliamoci futuro“:

  • ACCOGLIERE: un luogo di ospitalità residenziale per persone vulnerabili
  • CERCARE: una presenza itinerante sulla strada
  • CAPIRE: un processo di raccolta dati e ricerca

“E ti vengo a cercare” è realizzato grazie al contributo di Unicredit.

Accoglienza persone gravemente emarginate
Foto: Marco Garofalo

A chi è rivolto il progetto

Questo progetto è rivolto ai soggetti più emarginati e sfuggenti, che non riescono ad accedere ai percorsi di cura “classici” nelle comunità terapeutiche già esistenti.

Sono inclusi anche coloro che di solito non ricevono assistenza e cura, perché considerati “troppo anomali” per stare nelle linee di risposta previste dal sistema di welfare, in particolare:

  • Persone nelle quali la mancanza di dimora si associa a un prevalente disagio psichico
  • Persone nelle quali la mancanza di dimora si associa a un prevalente disagio organico

Accogliere: un luogo di ospitalità residenziale per 8 persone vulnerabili

Le persone accolte sono seguite da un’équipe riabilitativa multidisciplinare, formata da:

  • un coordinatore, che lavora in stretta connessione con ATS Milano Città Metropolitana, Comune di Milano e gli altri Servizi della rete
  • un educatore
  • un esperto in riabilitazione
  • un infermiere
  • un operatore socio-sanitario
  • un medico
  • uno psichiatra

L’équipe si avvale, ogni volta che è necessario, delle altre professionalità presenti nella Casa della Carità:

  • assistente sociale
  • consulente legale
  • mediatore culturale
  • animatore culturale
Progetto di accoglienza persone gravemente emarginate
Foto: Marco Garofalo

Cercare: una presenza itinerante sulla strada

Lo scoppio della pandemia ha fatto avvertire la necessità di essere sulla strada per “andare verso le persone senza dimora e dare loro attenzione secondo le “tre T” con cui operano le unità territoriali nate per affrontare il Covid-19: testare, trattare, tracciare.

“E ti vengo a cercare” prevedeva la costituzione di un nucleo di personale socio-sanitario esperto e che abbia anche una forte competenza relazionale, per incontrare le persone là dove stazionano.

Questa parte della progettualità è confluita nel progetto StradUsca, l’Unità Speciale di Continuità Assistenziale dedicata a persone gravemente emarginate.

Capire: un processo di raccolta dati e ricerca

Fin da subito, in accordo con l’Istituto Mario Negri di Milano e con l’ufficio epidemiologico di ATS Milano, saranno individuati i dati e le informazioni che è bene raccogliere sull’utenza incontrata, sui fenomeni sanitari, sulla risposta dei servizi.

Si potrà così arricchire la banca dati per una riflessione puntuale sull’accesso delle persone vulnerabili ai servizi socio-sanitari, individuando cosa potenziare per una migliore risposta sanitaria complessiva, anche alla luce delle acquisizioni ulteriori rese possibili dalla pandemia.

Scopri di più

Conosci gli altri servizi della Casa della Carità dedicati alla grave emarginazione:

La foto di apertura è di Jon Tyson su Unsplash

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