Spesso i servizi sociali tendono a dare risposte univoche al singolo bisogno producendo interventi frammentati per tipologia di problema. Nessuno si fa carico della persona nella sua interezza. Noi partiamo dalla complessità di chi è accolto per modellare in maniera flessibile le risposte disponibili.
Un'ulteriore scelta di fondo che condividiamo è quella che abbiamo definito dello "stare nel mezzo". Tale scelta ci porta a essere presenti dove si determina l'emergenza sociale, per superarla gradualmente, impegnandosi in interventi efficaci e condivisi, nella convinzione che a partire dall'attenzione per chi è ai margini si possa produrre un benessere di tutti.
"Stare nel mezzo" significa puntare alle risposte, non a indicare o a ingigantire problemi. Vuol dire capacità imprenditoriale, operatività intelligente e operosa. Cultura e imprenditorialità sono sfidate da questa scelta di fondo.Ci impegniamo dunque a superare l'assistenzialismo per entrare nella realtà del vivere o sopravvivere, fatta di lavoro, casa, relazioni affettive, educazione e formazione, ideali, progettando e promuovendo sviluppo e coesione sociale.
Tutto ciò vogliamo renderlo anche laboratorio di idee, di incontro tra persone che hanno responsabilità a vari livelli e che vogliono riflettere insieme a partire dalla marginalità. Dalla paura sociale, dallo stare dove si ascoltano esclusione e fragilità rilanciamo una cultura e un'esigenza di cittadinanza diffusa, un sentimento di coesione sociale che si fa forte domanda politica.